- Palazzo Ducale: Nettuno offre i doni del mare a Venezia
- Gallerie dell'Accademia
- Palazzo Sandi
- Scuola Grande di S. Rocco
- Cà Rezzonico
- Cà Zenobio degli Armeni
- Palazzo Pisani-Moretta
- Chiesa degli Scalzi: ospitava un affresco sul tema della Casa di Loreto, perduto in seguito ad un bombardamento austriaco nel 1915; nella Cappella del Redentore si conserva invece la monocromia del Cristo nell'orto degli ulivi (1732); la volta della cappella dedicata a S. Teresa d'Avila, rappresentata con gli occhi bassi, in preghiera
- Chiesa di S. Stae: Martirio di San Bartolomeo (1722), opera di formazione, sotto l'influenza del Piazzetta, chiaroscuro drammatico
- Chiesa di S. Polo: Apparizione della Vergine a San Giovanni Nepomuceno (1754), martire boemo del Trecento, canonizzato nel 1729; la pala venne commissionata all'artista dal re di Polonia Augusto III che aveva donato alla chiesa le reliquie del santo
- Chiesa della Fava: Educazione della Vergine (1732)
- Basilica di S. Marco, sacrestia: Adorazione del Bambino (1732)
- Chiesa della Pietà: affresco al centro della navata con l'Incoronazione della Vergine e Celebrazione della Musica (1755), le Virtù teologali e Re David
- Chiesa di S. Francesco della Vigna: decorazione della Cappella Sagredo
- Chiesa di S. Maria dei Derelitti (Ospedaletto): ciclo degli Apostoli e il Sacrificio di Isacco (1724)
- Chiesa dei S. Apostoli: Comunione di Santa Lucia, con i macabri segni del martirio, in forte contrasto con la luminosità dell'ambiente e la bellezza della santa
- Chiesa di S. Alvise: Incoronazione, Flagellazione e Salita al Calvario (1740)
- Chiesa dei Gesuati (che sarebbe più corretto però chiamare dei Domenicani): nella quale Tiepolo lavorò nel 1737 affrescandone il soffitto e l'abside.
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PASQUA 2021 e i CAPOLAVORI DEL MUSEO DIOCESANO DI TREVISO |
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Nell'immagine un particolare del Piviale che le suore di Parigi hanno ricamato in celebrazione del 50° anniversario di sacerdozio di Papa Pio X, uno dei Papi Trevigiani. Il prezioso manufatto è conservato presso il Museo Diocesano di Treviso.
Il palazzo in cui è ospitato il Museo è importante quanto il Museo stesso. Si tratta delle “Canoniche Vecchie”, l’antica sede dei Canonici della Cattedrale di Treviso, una struttura di impianto antichissimo, più volte integrata e restaurata. Il 7 maggio 1988, dopo parecchi anni di restauro, il Museo viene inaugurato. Ospita reperti provenienti dalla Diocesi di Treviso e pertanto testimoniano la storia territoriale e ne documentano l’evoluzione e la vivacità culturale in un periodo compreso tra il I e il XIX secolo, quasi 2000 anni di storia. Comprende varie sezioni: archeologia, affreschi, sculture e lapidario, tessuti, pinacoteca e tesoro. Ci sono comunque anche altri elementi preziosi come un antifonario manoscritto su pergamena. Ecco alcune delle opere conservate: tra gli affreschi, "Il martirio di Tomaso Becket" arcivescovo di Canterbury, uno dei più antichi della città (1260 ca); il Cristo Passo di Tomaso da Modena, l'artista trecentesco autore delle Storie di S. Orsola e della prima immagine conosciuta degli occhiali in storia dell'arte. Databile intorno alla fine del XV secolo, il Cristo coronato di spine, di Pietro de Saliba, nipote di Antonello da Messina. Di epoca rinascimentale e di gusto fiammingo i dipinti di Ludovico Pozzoserrato e di Leandro Bassano e un capolavoro del settecentesco Pompeo Batoni. E, inoltre: la statua in argento del Patrono San Liberale, guerriero romano, realizzata nel 1600 come ex voto per la fine della peste, quella ricordata dal Manzoni nei Promessi Sposi.
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GIOVANNI ANTONIO DA PORDENONE |
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SANT'ANTONIO ABATE (affresco prima metà sec. XVI)
La devozione a Sant'Antonio Abate nel Quartiere di S. Giuseppe a Treviso
Il 17 Gennaio si celebra Sant'Antonio Abate uno dei più illustri e longevi eremiti della storia della chiesa, nato intorno al 250 in Egitto. Capostipite del Monachesimo e protettore, oltre che degli eremiti, anche degli animali domestici e delle stalle. Questo suo collegamento agli animali, si fa risalire ad un morbo, oggi conosciuto scientificamente come herpes zoster o, più comunemente, "fuoco di Sant'Antonio" che anticamente faceva molte vittime. I frati antoniani costruirono in Francia un ricovero per assisterli e curarli e il Papa diede loro il privilegio di allevare liberamente i maiali il cui grasso veniva usato come antidoto al morbo. I maiali degli Antoniani, tenevano al collo una campanella di riconoscimento. Nel giorno in cui si ricorda il Santo, si benedicono quindi le stalle e gli animali e in alcuni paesi di campagna si usa ancora accendere dei fuochi in memoria "i fuochi di Sant'Antonio" con funzione purificatrice e fecondatrice che segnava il passaggio dall'inverno alla Primavera. Nelle immagini, Sant'Antonio Abate è riconoscibile dal bastone pastorale, dalla croce a T, l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico allusiva quindi alla fine, dal fuoco, da un maialino e da una campanella. Al Museo Civico di Treviso c'è una bella immagine: un affresco di Giovanni d' Sacchis, detto il Pordenone (PN 1483 - FE 1539) staccato nel 1937 dalla chiesetta annessa all'ospizio per i pellegrini dedicata al Santo e che si trovava a San Giuseppe fino alla sua distruzione per realizzare l'attuale cavalcavia. Beh, oggi potrebbe proteggere dai nuovi "pellegrini" che arrivano o partono dal vicino Aeroporto. |
Veronese nelle Terre del Giorgione |
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Paolo Caliari nacque a Verona nel 1528, ebbe le prime esperienze artistiche nel trevigiano, quindi a Mantova alla corte dei Gonzaga, per trasferirsi quindi a Venezia dove divenne noto con il nome di Veronese e dove anche mori' nel 1588.
Il padre si chiamava Gabriele e faceva lo scalpellino. Il suo primo maestro fu Antonio Badile che divenne anche suo suocero . Da Elena Badile, la moglie, ebbe 5 figli tra cui Carlo e Gabriele che furono suoi collaboratori e che, insieme al fratello Benedetto, proseguirono la sua opera.
L'itinerario veronesiano comprende queste tappe:
Venezia oltre al Palazzo Ducale ed alle Gallerie dell'Accademia, le sue opere sono presenti in queste Chiese veneziane: San Sebastiano, San Francesco delle Vigna, San Giovanni e Paolo, San Giuseppe di Castello, San Lazzaro dei Mendicanti, San Pietro di Castello, San Pantalon, San Zulian, San Luca, San Giacomo dell'Orio, San Polo.
A Treviso: Chiesa di S. Maria Maddalena e al Museo Civico di S. Caterina, Benedetto Caliari
A Maser: Villa Barbaro, capolavoro del Palladio
A Castelfranco: Sacrestia del Duomo e, a Sant'Andrea oltre il Muson, Villa Chiminelli affrescata da Benedetto Caliari
Info e prenotazioni (
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