GIOVANNI ANTONIO DA PORDENONE Imprimer

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SANT'ANTONIO ABATE (affresco prima metà sec. XVI)

La devozione a Sant'Antonio Abate nel Quartiere di S. Giuseppe a Treviso

Il 17 Gennaio si celebra Sant'Antonio Abate uno dei più illustri e longevi eremiti della storia della chiesa, nato intorno al 250 in Egitto. Capostipite del Monachesimo e protettore, oltre che degli eremiti, anche degli animali domestici e delle stalle. Questo suo collegamento agli animali, si fa risalire ad un morbo, oggi conosciuto scientificamente come herpes zoster o, più comunemente, "fuoco di Sant'Antonio" che anticamente faceva molte vittime. I frati antoniani costruirono in Francia un ricovero per assisterli e curarli e il Papa diede loro il privilegio di allevare liberamente i maiali il cui grasso veniva usato come antidoto al morbo. I maiali degli Antoniani, tenevano al collo una campanella di riconoscimento.
Nel giorno in cui si ricorda il Santo, si benedicono quindi le stalle e gli animali e in alcuni paesi di campagna si usa ancora accendere dei fuochi in memoria "i fuochi di Sant'Antonio" con funzione purificatrice e fecondatrice che segnava il passaggio dall'inverno alla Primavera.
Nelle immagini, Sant'Antonio Abate è riconoscibile dal bastone pastorale, dalla croce a T, l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico allusiva quindi alla fine, dal fuoco, da un maialino e da una campanella. 
Al Museo Civico di Treviso c'è una bella immagine: un affresco di Giovanni d' Sacchis, detto il Pordenone (PN 1483 - FE 1539) staccato nel 1937 dalla chiesetta annessa all'ospizio per i pellegrini dedicata al Santo e che si trovava a San Giuseppe fino alla sua distruzione per realizzare l'attuale cavalcavia. Beh, oggi potrebbe proteggere dai nuovi "pellegrini"  che arrivano o partono dal vicino Aeroporto.